Alla scoperta del Rally, l’automobilismo senza confini

Il Rally è una delle discipline automobilistiche più spettacolari ed emozionanti, con una lunga e gloriosa storia alle spalle. A bordo di auto particolari, organizzate in gruppi e categorie, i piloti si danno battaglia lungo tragitti a volte estenuanti e sempre molto adrenalinici. Ogni competizione di Rally si presenta come un mix entusiasmante tra gare di regolarità, gare di velocità e gare endurance. Un equilibrio perfetto capace di far entrare i rallisti nel mito.

Al solo pronunciarne il nome, il Rally, come genere automobilistico, evoca scenari carichi di adrenalina e sprezzo del pericolo: ambientazioni desertiche o innevate, canyon infiniti o impervie montagne, orizzonti sperduti o paesaggi esotici. Perché il Rally è avventura, emozione, resistenza, oltre che (ovviamente) velocità. Non a caso, tra le discipline automobilistiche, è una di quelle più amate e celebrate, sia nei film che nella letteratura. A fare la fortuna del Rally contribuisce anche il suo sapore epico e la netta sensazione, per chi vi partecipa, di fare parte di una grande famiglia di “folli”. Non a caso, la parola Rally, in inglese, significa raduno. E questo sapore collettivo non si è mai perso, neanche nel Rally moderno, che si propone come un motorsport a tutti gli effetti.

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Le caratteristiche di una gara di rally

Oltre la patina poetica, infatti, il Rally ha tutte le carte in regola per occupare un post di rilievo nel mondo dei motori e, nel corso degli anni, le sue caratteristiche fondamentali si sono evolute in modo da renderlo sempre più spettacolare e performante. Oggi, una competizione di Rally si presenta come un riuscito equilibrio tra tre tipologie di gare automobilistiche: regolarità, velocità a cronometro ed endurance. Le sue caratteristiche principali possono essere così riassunte:

  • si svolge su strade pubbliche (aperte o chiuse al traffico, asfaltate o sterrate) e non all’interno di circuiti;
  • vede la partecipazione di auto che rappresentano un riadattamento di modelli stradali;
  • gli ostacoli naturali presenti lungo il percorso non vengono rimossi (salvo eccezioni) ma devono essere affrontati dagli automobilisti;
  • l’equipaggio di ogni auto è composto da due conduttori, uno guida e l’altro lo supporta come navigatore.

Inoltre, a rendere particolarmente ostico per i piloti il percorso i un rally è la scarsa conoscenza che ne hanno. Il tracciato di gara, infatti, viene solitamente reso noto solo pochi giorni prima della partenza, in modo da costringere chi guida a fare i conti con l’effetto sorpresa.

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Le categorie delle vetture nei rally moderni: gruppi e classi

Attualmente, nei Rally moderni, le automobili sono classificate secondo due diverse direttrici: i gruppi e le classi.

Il primo livello di classificazione è quello per gruppi, che sono i seguenti:

  • Racing start
  • Gruppo A per le vetture da Turismo (con la variante Gruppo Prod E se non dispongono del serbatoio omologato nel 2018 dalla FIA)
  • Gruppo N per le vetture di produzione (con la variante Gruppo Prod S se non dispongono del serbatoio omologato nel 2018 dalla FIA)
  • Super 1600
  • Super 2000
  • Gruppo Kit car
  • Gruppo R
  • Gruppo B
  • Gruppo S

All’interno di ciascun gruppo, poi, le auto sono suddivise in classi, sulla base delle caratteristiche del motore e della meccanica generale (soprattutto cilindrata, alimentazione, trazione e telaio). Le classi sono:

  • WRC
  • R5
  • S2000
  • RRC – Regional Rally Car

Infine, è necessario specificare che, a partire dal 2008, la FIA, per le gare di rally che rientrano nel suo circuito, ha adottato una classificazione più semplice, in cinque livelli:

  • Rally 1
  • Rally 2
  • Rally 3
  • Rally 4
  • Rally 5

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Breve storia del rally automobilistico

Il tema della nomenclatura di gruppi, classi e categorie ha un ruolo fondamentale nel dipanarsi della storia del Rally lungo la seconda metà del 1900 e nei primi venti anni del nuovo millennio. L’evoluzione di questa disciplina, infatti, è stata segnata da frequenti cambi nella classificazione delle vetture, conseguenza di regolamenti in costante evoluzione.

Le prime competizioni di Rally risalgono agli anni ’60. Difficile, però, rintracciare delle caratteristiche comuni, a parte la necessità di dotarsi di vetture molto resistenti per poter completare il tracciato. Lo scenario cambia tra la fine del decennio e l’inizio del successivo, quando le vetture si fanno più potenti e nasce l’esigenza di differenziarle per garantire l’equità delle gare. Ed è la stessa FIA ad attivarsi per fare del Rally un motorsport a tutti gli effetti.

Gli anni ’70, però, sono anche quelli di un’altra importante tappa rallistica: il debutto della Lancia Stratos, la prima automobile concepita fin da subito come macchina da Rally. Una novità assoluta e dirompente, visto che fino a quel momento alle gare rallistiche prendevano parte vetture nate per la circolazione stradale e poi modificate.

La Stratos rappresenta un punto di non ritorno che proietta questo sport direttamente negli anni ’80, quando tutte le case automobilistiche si attrezzano per creare automobili da Rally di cui poi fanno anche una versione da strada (invertendo il meccanismo precedente). Per accogliere questi bolidi viene creata una nuova categoria: il Gruppo B, a cui si affiancano il Gruppo N e il Gruppo A. tale raggruppamento, però, dura poco.

Negli anni ’90, a seguito di numerosi incidenti mortali che coinvolgono proprio le auto del Gruppo B (le più potenti), la categoria eliminata dalle competizioni mondiali. La rotta è ufficialmente invertita, e l’inizio degli anni 2000 segna anche un ridimensionamento delle performance delle macchine a favore di una maggiore sicurezza.

ACI Rally Monza

 

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