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Mille Miglia, la corsa più bella del mondo raccontata in pillole

Storia e curiosità sulla Mille Miglia, la corsa automobilistica che si è trasformata in gara per auto d’epoca, senza perdere il suo fascino. Una competizione suggestiva, che si soda tra Brescia e Roma, lungo un percorso di circa 1600 chilometri attraverso il centro Italia.

Mille Miglia è forse uno dei nomi più evocativi che c’è nell’automobilismo, soprattutto in Italia. È entrato nel linguaggio comune come simbolo di una gara dai contorni epici, una corsa che mescola alla perfezione spirito sportivo, passione per i motori e stravaganza. Non a caso, la Mille Miglia è considerata una delle corse più belle del mondo ed ogni anno attira centinata di piloti e appassionati da tutto il mondo. Ma come è nato questo celebre appuntamento? Come si è evoluto negli anni? Quali curiosità nasconde?

La storia della Mille Miglia: ieri e oggi

La cosa migliore da fare per raccontare la Mille Miglia è partire dalla sua storia, che ne costituisce un elemento caratterizzante. La vita di questa corsa automobilistica può essere divisa in due grandi fasi: quella della gara vera e propria e quella della rievocazione storica. La prima fase va dal 1927, data dell’edizione di esordio, al 1957 (con due pause, nel 1939 e tra il 1941 e il 1946). In questi anni la Mille Miglia si caratterizza come una corsa automobilistica di gran fondo, che inizia e finisce a Brescia, attraversando lungo il tragitto di circa 1600 chilometri (equivalenti a 100 miglia imperiali) gran parte del centro Italia, fino a Roma. L’idea di organizzarla nasce da una protesta legata alla mancata assegnazione alla città di Brescia del Gran Premio d’Italia di Formula 1, andato invece a Monza e al suo Autodromo Nazionale. Una delusione da cui è nata una storia fantastica. La seconda vita della Mille Miglia, invece, è iniziata nel 1977 e continua ancora oggi. L’evento si è trasformato in una gara di regolarità storica a tappe, che vede sfilare affascinanti macchine d’epoca lungo un tragitto che ripercorre l’idea originale e va da Brescia a Roma e ritorno. L’obiettivo è completarlo in un tempo prestabilito, senza anticipare e senza ritardare.

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7 cose da sapere sulla Mille Miglia

Già da questi brevi cenni storici è possibile intuire l’unicità della Mille Miglia, che da semplice corsa automobilistica è stata capace di trasformarsi in mito. Per conoscerla ancora meglio, ecco sette cose che bisogna assolutamente sapere.

Chi l’ha inventata

Gli ideatori della Mille Miglia sono stati Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto, ribattezzati “i quattro moschettieri”. Di questo poker d’assi, però, il più attivo promotore della corsa è stato sicuramente Castagneto, allora presidente dell’Automobile Club Italia di Brescia.

Da dove parte e dove arriva

Come detto, la Mille Miglia prende il via a Brescia, dove è fissato anche l’arrivo. Per la città lombarda, la corsa è un simbolo storico di gran pregio, un evento attorno al quale tutta la città i colora e si anima. Il core pulsante di tutta la manifestazione, fin dai primissimi anni, è Piazza Vittoria.

Qual è il percorso di gara

Il percorso della Mille Miglia subisce delle piccole variazioni ad ogni edizione, andando a toccare diverse località del centro Italia. Gli inamovibili punti fissi però sono la lunghezza, che deve aggirarsi intorno al 1600 chilometri, cioè mille miglia imperiali, e il passaggio per Roma.

Quali auto storiche possono partecipare

All’attuale versione della Mille Miglia possono partecipare solo auto storiche prodotte entro il 1957 e di cui almeno un esemplare abbia preso parte o sia stato iscritto alla Mille Miglia originale.

Quante macchine partecipano

Non c’è un numero minimo o massimo di partecipanti ammessi. Il record d vettura presenti al via è stato registrato nel 2017, in occasione della corsa che celebrava il 90° anniversario della prima edizione della Mille Miglia.

Come e cosa si vince

Trattandosi di una gara di regolarità, il primo premio va a chi si discosta meno dal tempo di percorrenza stabilito. Arrivare in anticipo o in ritardo, infatti, comporta l’assegnazione di penalità. Chi colleziona meno penalità è il vincitore e si aggiudica il primo premio, simbolico ma molto prestigioso: una coppa che riproduce fedelmente quella della Mille Miglia classica.

Quando si svolgerà la Mille Miglia 2022

L’edizione 2022 della Mille Miglia sarà la numero 40 da quando la corsa è rinata come gara di auto storiche. La competizione si svolgerà dal 15 al 18 giugno. Nella prima tappa, i concorrenti partiranno da Brescia e arriveranno a Cervia – Milano marittima; nella seconda tappa attraverseranno il centro Italia, con passaggio a San Marino e a Norcia e approdo a Roma; nella terza, invece, risaliranno verso nord attraverso la Toscana, fino a raggiungere Parma; infine, nella quarta disputeranno delle prove nel circuito di varano de’ Melegari, per poi raggiungere l’Autodromo Nazionale Monza via Salsomaggiore e Pavia.

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Cosa vedere in Brianza (oltre a Monza): 5 consigli per non perdersi

Ci sono molte cose da fare e da vedere in Brianza, cuore della Lombardia. Oltre a Monza, infatti, la zona custodisce un patrimonio storico, artistico e naturalistico di inestimabile valore. Dall’Adda ai laghi briantei, da Montevecchio a Seregno, passando per luoghi di pregio indiscusso come il palazzo Arese Borromeo. In questo articolo, una breve guida per turisti della Brianza da non perdere.

L’Italia è costellata di luoghi ricchi di storia, di arte e di bellezze paesaggistiche. Alcuni sono molto noti e raccontati ovunque. Altri, invece, conquistano raramente la ribalta, ma non sono meno suggestivi. La Brianza è tra questi ultimi, anche se un numero sempre crescente di turisti la sceglie come meta di viaggi brevi o vacanze più lunghe. Questa storica zona della Lombardia, infatti, offre a chi la visita una pluralità di cose da fare e da vedere. Itinerari adatti a tutte le esigenze e ai diversi gusti, che permettono di scoprire un territorio dalla lunga e gloriosa storia. Monza è senza dubbio l’attrazione principale della Brianza, ma intorno alla storica città ci sono molti altri luoghi imperdibili. La lista che segue ne elenca cinque, senza la pretesa di essere esaustiva. A Monza, invece, sono dedicati degli articoli a parte, vista la sua importanza:

L’Adda, il traghetto Leonardo e l’ecomuseo

Il fiume Adda è uno dei simboli della Brianza e non si può visitare questa zona senza dedicargli un po’ di tempo, anche perché offre moltissimi spunti. Ad esempio, all’interno del Parco dell’Adda Nord si trova l’Ecomuseo Adda di Leonardo, articolato in 18 tappe lungo il corso del fiume, con lo scopo di valorizzarne le risorse naturalistiche e incoraggiare lo sviluppo sostenibile. Una delle principali attrazioni dell’Ecomuseo è il traghetto Leonardo, che collega le due sponde del corso d’acqua, quella lecchese e quella bergamasca. Cosa ha di speciale? È un traghetto senza motore, che cammina sfruttando solamente la forza delle correnti. Per chi ama le attività all’aria aperta, poi, l’Adda offre una fantastica pista ciclopedonale.

I laghi briantei

Sempre rimanendo in tema di attrazioni naturalistiche, meritano di essere menzionati i laghi briantei, cioè quelli che si trovano nell’alta Brianza, tra Lecco e Como, a pochissima distanza da Monza. Si tratta di una serie di cinque piccoli laghi di origine glaciale (Alserio, Pusiano, Montorfano, Segrino e Annone) immersi in una vegetazione rigogliosa e circondati da paesaggi affascinanti. Un’area ideale per un tranquillo picnic o per un’escursione in mountain bike.

Montevecchia

Montevecchia è un piccolo ma prezioso borgo che si trova arroccato sulle colline della Brianza nord-orientale. Un piccolo gioiello che custodisce numerosi monumenti di pregio, come il santuario della Beata Vergine del Carmelo o la Villa Albertoni Agnese. Inoltre, il paese è al centro di un bellissimo paesaggio collinare, che può ospitare lunghe e salutari passeggiate. Infine, meritano di essere omaggiate anche le bontà enogastronomiche, come il Pincianèl, un vino rosso a denominazione IGT.

Seregno

Altro comune brianzolo da inserire necessariamente nel proprio itinerario di viaggio è Seregno. Si tratta di una cittadina molto più grande e popolosa di Montevecchia, ma il cui centro storico custodisce un sapore unico e antico. Tra i monumenti di maggior spessore ci sono sicuramente la Basilica Collegiata di San Giuseppe, la Torre del Barbarossa, il Santuario di Santa Valeria e l’Abbazia di San Benedetto.

Palazzo e Giardino Arese Borromeo

Cesano Maderno, comune della provincia di Monza e Brianza, custodisce il Palazzo Arese Borromeo, con il suo suggestivo giardino. Un luogo incantevole, in cui si incontrano arte, storia e cultura. Dietro la facciata austera, l’edificio nasconde un’incredibile ricchezza di stanze affrescate. Allo stesso modo, lo spazio esterno, molto curato, è popolato da statue e fontane. La struttura originaria del palazzo è della seconda metà del 1600, ma è poi stata trasformata e arricchita nel corso dei secoli.

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Karting, lo sport che modella i futuri piloti

Le gare di karting sono spesso una palestra in cui si formano le giovani leve dell’automobilismo, destinate a diventare grandi piloti di auto o moto. A bordo dei go-kart, all’interno di un kartodromo, si possono sperimentare e accrescere le abilità in pista. Il karting, però, non è il fratello minore della Formula 1, ma un motorsport a tutti gli effetti, con i suoi campionati e le sue sfide adrenaliniche.

C’è una cosa che accomuna il passato agonistico di molti grandi campioni della Formula 1, da Senna a Verstappen, ed è il karting. Correre sui go-kart, infatti, è il primo approccio che gli aspiranti piloti hanno con la pista e con la velocità. Il kartodromo è una sorta di palestra che si può cominciare a frequentare già in giovane età (si può iniziare a 6 anni). Per questo motivo, il karting è molto di più che una corsa a bordo di curiose “macchinette”, ma uno sport vero e proprio, con le sue regole e le sue competizioni internazionali, e soprattutto con grande valore agonistico. Quindi vale la pena conoscerlo un po’ meglio.

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Cos’è il karting: caratteristiche e storia di uno sport dalla lunga tradizione

Secondo la definizione di base, il karting è quella specialità del motorsport che si corre con i kart, cioè autoveicoli a motore di piccole dimensioni, di cui esistono diverse varianti. L’elemento caratterizzante, quindi, è il mezzo utilizzato, che ha un aspetto molto particolare. Il primo prototipo di go-kart risale al 1956 ed è opera di Art Ingels, costruttore americano di auto da corsa e tecnico della Kurtis Kraft. Nelle sue intenzioni, quella macchinetta doveva essere solo un passatempo per il figlio piccolo. Si è rivelata, invece, un’intuizione potente, capace di scrivere pagine indimenticabili nel mondo dei motori. Già nel 1957, infatti, in California furono messi a punto i primi veri e propri kart: veicoli compatti, con altezza minima da terra e senza sospensioni, telaio flessibile, trazione posteriore e un motore dalla potenza limitata, che però li rende comunque capaci di spingersi fino a una velocità di 100 km/h. Ed è del 1959 la prima competizione ufficiale di karting, organizzata a Nassau.

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Il karting in Italia

Nonostante le sue origini siano statunitensi, il karting vanta una lunga e gloriosa tradizione in Italia, dove è arrivato già nel 1957 e dove oggi esistono numerosi kartodromi. La prima esibizione di un kart si è svolta sulla pista dell’Autodromo Nazionale Monza, mentre la produzione di questi veicoli in Italia è strettamente legata al nome di Nicolò Donà delle Rose, pioniere del settore. Negli anni, poi, piloti e scuderie “made in Italy” si sono distinti per i successi in pista a livello internazionale. Per rendersene conto, basta scorre gli albi d’oro delle competizioni per kart monomarcia e per kart a marce.

Tutti gli eventi kart dell’Autodromo Nazionale Monza

Tipologie di kart e categorie di gara

La già accennata distinzione tra kart monomarcia e kart a marce è un primo esempio di come esistano diverse tipologie di kart. Differenziazioni che si riflettono anche sulle competizioni e sull’età dei piloti che possono guidare i vari veicoli.

Un’altra distinzione fondamentale è quella relativa ai motori, che possono essere:

  • 4 tempi;
  • 2 tempi 100 cm³ racing;
  • 2 tempi 125 cm³ racing famiglia KF;
  • 2 tempi 125 cm³ famiglia KZ;
  • 125 cm³ famiglia TAG.

Molto importante è anche il peso (veicolo + pilota), che è collegato all’età di guida e alla categoria di gara, come evidenziato dalla tabella che segue.

Età (anni) Categoria Peso minimo (Kg)
da 6 a 7 60 Baby 85
da 8 a 9 anni 60 Baby 95
da 8 a 9 anni 125 Rotax micro 105
da 9 a 12 anni 60 Mini 110
da 9 a 12 anni 125 Rotax mini 115
da 12 a 15 anni OKJ Cadetti 135
da 12 a 15 anni OKJ Nazionale 135
da 12 a 15 anni 125 Rotax Junior 145
da 14 anni e 6 mesi OK Nazionale 145
da 14 anni e 6 mesi 125 KZ2 Nazionale 175
da 14 anni e 6 mesi 125 Club 180
da 15 anni 125 Rotax max 160
da 15 anni 125 KZ2 175
da 17 a 35 anni 125 Prodriver under 175
oltre 35 anni 125 Rotax max over 168
oltre 35 anni 125 Prodriver over 180

Le competizioni nazionali e internazionali per kart

La numerosità delle categorie di kart, fa si che esistano moltissime competizioni di karting diverse, sia a livello nazionale che internazionale. Su scala mondiale, però, i titoli più ambiti restano senza dubbio quelli messi in palio dalla divisione karting della FIA, che vanno sotto la sigla di FIA Karting World Championship (gara singola). Discorso analogo per il panorama europeo, dominato dai FIA karting European Championship (torneo con più gare in diversi paesi del vecchio continente). In Italia, invece, il trofeo più importante è organizzato e promosso dall’ACI e prende il nome di Campionato Italiano ACI Karting, organizzato in 8 diverse classi (alcune da 3 gare, altre da 5).

La guida completa al Campionato Italiano ACI Karting


Film di auto da corsa: 10 titoli imperdibili per chi ama le macchine e i motori

Il cinema è pieno di film dedicati alle macchine. Dalle pellicole drammatiche fino ai cartoni animati, in molti hanno cercato di raccontare il dorato mondo delle auto da corsa e di restituire sul grande schermo l’adrenalina che si vive in pista. Nel lungo elenco dei film automobilistici, però, ci sono alcuni titoli davvero imperdibili per chi ha la passione per i motori. Eccone una selezione, ovviamente non esaustiva.

La 24 ore di Le Mans (1971) e Le Mans ’66 – la grande sfida (2019)

Partiamo con una coppia di titoli dedicati a una gara storica, tra le più pericolose e faticose al mondo: la 24 ore di Le Mans. Si tratta di due pellicole molto diverse, per tipologia di film e per data di uscita, anche se raccontano un periodo storico molto simile, essendo ambientate entrambe tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70. La 24 ore di Le Mans, film del 1971, fu un fiasco al debutto ma è stato ampiamente rivalutato in seguito. Il protagonista è il mitico Steve McQueen, vero amante dei motori, che qui veste i panni di Michael, tra i partecipanti alla gara del 1970. In Le Mans ’66 – La grande sfida, invece, al centro della scena c’è la mitologica rivalità tra Ford e Ferrari, per la vittoria della corsa del 1966. Nel cast, spiccano i nomi di Matt Damon e Christian Bale.

Rush (2013)

Anche Rush è il racconto di un’insanabile rivalità, stavolta tra due piloti di grande livello come Hunt e Lauda. Lo scontro tra i due ha caratterizzato tutti gli anni ’70 della Formula 1, raggiungendo il suo apice nel Campionato del Mondo del 1976, quello del drammatico incidente che sfigurò per sempre Lauda e che Hunt vinse per un solo punto, all’ultima gara, proprio davanti all’austriaco.

Fast&Furious (2001)

Più che un film, Fast&Furious è un universo, fatto di dieci lungometraggi, uno spin off, due cortometraggi e una serie animata. La saga ventennale, interamente incentrata sul mondo delle corse clandestine, ha saputo raccogliere attorno a sé un nutrito numero di fan e appassionati e ha contribuito a lanciare la carriera di Vin Diesel, indissolubilmente legato a queste produzioni. Al netto delle esagerazioni e delle forzature di trama, Fast&Furious rimane un concentrato di adrenalina che incolla alla poltrona.

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Giorni di Tuono (1990)

Un gran cast, in cui spiccano i nomi di Tom Cruise e Nicole Kidman, e una grande regia, quella di Tony Scott, sono gli ingredienti del successo di Giorni di Tuono, pellicola che ha da poco compiuto 30 anni. Il film racconta la storia di Cole Trickle, giovane e spericolato pilota automobilistico, e della sua rivalità con Rowdy Burnes, poi diventato suo amico.

Veloce come il vento (2016)

Tra i film di macchine che meritano di essere visti c’è anche un’importante produzione italiana, Veloce come il vento, che vede come protagonista Stefano Accorsi. L’attore veste i panni di Loris De Martino, l’erede di una famiglia di campioni della pista, che da fuoriclasse dei rally si è trasformato in un tossicodipendente senza futuro. Per lui, l’occasione di riscatto arriva quando, dopo la morte del padre, decide di aiutare la sorella Giulia a ad allenarsi per il Campionato GT.

Grand Prix (1966)

Correndo indietro nel tempo, non si può non inserire tra le perle cinematografiche dedicate all’automobilismo anche lo storico Grand Prix, che con le sue tre ore di durata è senza dubbio un cult per amanti del genere. La trama vede intrecciarsi le storie personali e sportive di diversi piloti, pronti a dare battaglia per conquistare il mondiale di Formula 1 del 1966.

Un maggiolino tutto matto (1968)

Un maggiolino tuto matto, celebre pellicola Disney, è senza dubbio di tutt’altro tenore rispetto alla drammaticità di Grand Prix, ma è comunque un film che ha fatto la storia. È molto difficile, infatti, trovare qualcuno che non abbia riso seguendo le sconclusionate vicende del maggiolino Herbie, che sembra avere un’anima e tanta voglia di fare di testa propria.

Cars – Motori ruggenti (2006)

Questa carrellata di film per amanti delle auto si chiude con un altro capolavoro firmato Disney, stavolta in versione cartoon. Protagonista di Cars è Saetta McQueen (l’omaggio a Steve McQueen sembra evidente), una giovane e intraprendente auto da corsa che sogna di prendere parte alla Piston Cup, la gara più importante del mondo. Sulla sua strada, però, troverà numerosi ostacoli, per superare i quali avrà bisogno di molti amici.

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Professione Test Driver, come diventare collaudatore di auto

Fare il Test Driver, cioè collaudare auto (sportive e non), è il sogno di molti appassionati di motori. Una professione originale e ricca di stimoli, centrale per l’attività delle grandi scuderie automobilistiche ma che sta prendendo sempre più piede anche nelle concessionarie e nelle autofficine. Ma come si fa a diventare test driver? Quale percorso formativo bisogna seguire per lavorare come collaudatore di auto?

Nel mondo dei motori operano numerose figure professionali, che si occupano di ambiti anche molto diversi tra loro, dai meccanici ai progettisti, dai designer agli sviluppatori di tecnologie digitali pensate per l’automotive. In questo grande universo di lavori “a due e quattro ruote”, spicca quello del test driver, che ha l’onore e l’onere di collaudare le auto e le moto prima che vengano affidate ai campioni (nel caso delle macchine sportive da gara) o messe in commercio. Un ruolo delicato e spesso nascosto, che svolge però una funzione centrale. Un mestiere che merita di essere conosciuto meglio. Soprattutto, una professione che tutti coloro che amano i motori sognano di fare.

Cosa fa il Test Driver e dove lavora

Al di là del fascino che provoca sugli appassionati di auto, però, quella del test driver è una professione assolutamente seria e carica di importanti responsabilità. Spetta a lui, infatti, il compito di recensire per primo un nuovo veicolo e il suo parere è fondamentale per indicare quello che non va e quello che deve essere migliorato prima di mettere su strada o su pista l’automobile. Gli viene richiesto, quindi, un bagaglio non indifferente di conoscenze e competenze che, come si vedrà tra poco, per essere acquisito necessita di uno specifico percorso di formazione.

Nel dettaglio, le mansioni concrete affidate al test driver sono:

  • Verificare le performance di auto e moto in diverse condizioni di guida;
  • Testare la guidabilità della macchina;
  • Individuare difetti di funzionamento;
  • Collaborare con il team di progettazione per apportare migliorie;
  • Valutare nuovi sistemi di pista.

L’insieme delle valutazioni compiute nelle attività di collaudo viene condensato in una relazione che costituisce il documento di riferimento del lavoro del test driver.

Visto l’ampio spettro di competenze che deve avere, il ruolo del test drive può inserirsi in diversi contesti lavorativi, come case automobilistiche, scuderie sportive, concessionarie di auto, autofficine.

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Il percorso di formazione per diventare Test Driver

Nonostante il lavoro di test drive, come visto, richieda competenze e conoscenze molto specifiche e di alto livello, non esiste un formale percorso di studi e formazione che disciplini l’accesso a questa professione. Chi desidera lavorare come test driver, quindi, deve costruirsi da solo il proprio iter formativo, tenendo ben presente che si tratta di un mestiere con pochi posti disponibili. Inoltre, molte case automobilistiche preferiscono affidare il collaudo dei loro nuovi veicoli a ex piloti non più in attività. Molti test driver, quindi, hanno alle spalle una carriera da agonisti nel mondo dei motori, che costituisce il loro “biglietto da visita” professionale. Questo significa che se non si proviene da quel mondo è meglio rinunciare? Assolutamente no. Però bisogna fare delle scelte formative oculate. Una buona soluzione, ad esempio, è acquisire una laurea in ingegneria meccanica, la più vicina al tipo di attività che si andrà a svolgere. Inoltre, completata l’università, è possibile affinare le proprie conoscenze motoristiche frequentando uno dei master o corsi professionalizzanti proposti da accademie del settore.

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Motori da leggere: 6 libri per appassionati di auto e di guida

Di libri per appassionati di automobili ce ne sono davvero molti e rappresentano un’originale idea regalo. Dai volumi biografici che raccontano le gesta dei grandi piloti di auto da corsa ai romanzi che mettono al cento le quattro ruote. Alcuni, però, sono davvero imperdibili e meritano di essere presenti nella biblioteca di chi ama i motori.

La passione per le automobili e per i motori è qualcosa che investe tutti gli aspetti della vita. Finisce, ad esempio, anche nelle letture. Chi ama i motori, infatti, trova piacere anche nel leggere libri che raccontano il roboante mondo delle quattro ruote. Non a caso, la lista dei libri per appassionati di auto si allunga ogni anno di più. Un catalogo corposo, fatto di biografie di piloti celebri, di ricostruzioni storiche dei marchi più prestigiosi, ma anche di romanzi che mettono al centro le macchine, con tutto il loro bagaglio di emozioni e suggestioni. Tanti titoli per altrettante idee regalo. L’elenco che segue non ha la pretesa di identificare in modo incontrovertibile i più bei romanzi per amanti delle automobili, ma propone una cinquina di testi davvero particolari, che meritano di entrare nella biblioteca casalinga di chi sogna una vita da pilota.

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Sulla strada – Jack Kerouac

Partiamo da un classico intramontabile della letteratura statunitense, nonché una pietra miliare tra i romanzi del secondo Novecento. Nel 1951, pubblicando “Sulla strada” (titolo originale: “On the road”), Jack Kerouac diede vita al libro simbolo della Beat Generation. Fu così che un racconto autobiografico si trasformò nel manifesto di un intero movimento giovanile. Nel romanzo vengono raccontati i viaggi di Sal Paradise, alter ego dello stesso autore, che attraversa gli Stati Uniti in lungo e in largo, a bordo della sua automobile, a volte da solo, a volte in compagnia dell’amico Dean Moriarty (che nella realtà è Neal Cassady, anche lui scrittore). Pagina dopo pagina, non ci si stanca mai di assaporare l’adrenalina e la libertà di un vero viaggio “on the road”.

Christine e Buick 8 – Stephen King

Rimaniamo negli Stati Uniti, ma cambiando completamente genere. È il turno di due titoli firmati dal re dell’horror, Stephen King. Si tratta di “Christine – La macchina infernale” e di “Buick 8”. Nel primo romanzo, diventato anche un film, la protagonista è una Plymouth Fury del 1958, capace di trasformarsi da innocua auto abbandonata ai bordi della strada in portatrice di profondi sconvolgimenti. L’auto, infatti, ha un’anima cinica e spietata, che modifica la personalità di chi vi entra in contatto. Ed è così che Christine si lascia dietro una scia di morte e disperazione. Altrettanto misterioso è il profilo dell’automobile protagonista del secondo romanzo: una Buick Roadmaster del 1954. Anche in questo caso, l’auto vive di vita propria e sconvolge la vita di Ned, senza un apparente ragione.

Fondocorsa. Mille Miglia, una vita e un gatto - Giorgio Terruzzi

La terza proposta, invece, è un’opera tutta italiana, sia nella firma, che è quella del celebre giornalista sportivo Giorgio Terruzzi, sia nella storia, che ripercorre le gesta del mitologico Alberto Ascari (alla cui memoria è dedicata una variante del circuito dell’Autodromo Nazionale Monza). La narrazione prende il via dalla vittoria della Mille Miglia del 1954, arrivata a sorpresa, e si snoda poi lungo tutta la vita del pilota, analizzandone anche aspetti privati. Un viaggio emozionante a tutta velocità.

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Virtual Senna – Roberto Boccafogli

Da un mito all’altro. “Virtual Senna” è un romanzo che intende celebrare l’indimenticato pilota brasiliano, tragicamente scomparso nel 1994, sul circuito di Imola. Ed è proprio da quel doloroso Gran Premio che prende il via la trama ideata da Roberto Boccafogli che decide di giocare con la storia e cambia il corso degli eventi. Senna, infatti, non muore durante la gara ma arriva alla fine e la vince, ipotecando anche la conquista del Mondiale automobilistico. A quel punto, la storia poi fa un balzo in avanti, fino agli anni 2000, e il lettore fa i conti con una Formula 1 in crisi di pubblico. Per risollevare le sorti della competizione, gli organizzatori si inventano dei Gran Premi virtuali, a cui partecipa anche Senna. Questa realtà parallela e irreale, però, fa nascere la voglia di soddisfare un’antica curiosità: chi è il pilota più forte di sempre?

L’arte di correre sotto la pioggia – Garth Stein

Denny, il protagonista di questa ultima proposta letteraria per appassionati di auto, è uno straordinario pilota, capace di dare il meglio di sé sotto la pioggia. Le sue velleità, però, vengono frenate dalla necessità di sbarcare il lunario lavorando in un’officina. Una vita complicata e sofferente sembra allontanarlo per sempre dal suo sogno: pilotare una vera Ferrari. Per fortuna, accanto a lui c’è il suo fedele cane, che non a caso di chiama Enzo, in onore del patron della scuderia di Maranello. Sarà l’intelligente quattro zampe ad indicare al proprio padrone la via giusta per la felicità.

Conosci la storia del circuito di Monza

 

I contenuti originali di questo articolo sono prodotti da un service esterno senza alcun coinvolgimento dell'ufficio stampa dell'Autodromo Nazionale Monza.


Cosa mangiare a Monza: consigli per un turismo del gusto

Di piatti tipici da mangiare a Monza ce ne sono molti, dal risotto con la celebre salsiccia luganega alla cassoeula, dal panmoijaa al pane di San Gerardo. Tutte espressioni delle caratteristiche principali della cucina brianzola: sapore e semplicità.

Le vacanze in Italia sono anche delle occasioni per tour enogastronomici nei piatti tipici che ogni zona custodisce gelosamente. Monza non fa eccezione a questa regola. Regalarsi alcuni giorni nella città lombarda, quindi, significa anche poter assaggiare la cucina brianzola, fatta di ingredienti semplici e sapori genuini. Che si scelga di pranzare in una spartana trattoria o di cenare in un elegante ristorante, bisogna tenere a mente l’elenco dei piatti monzesi che vale la pena di provare almeno una volta. Ecco una breve guida per scoprire cosa mangiare di tipico a Monza.

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Il re dei piatti tipici di Monza: il risotto con la luganega

Partiamo dal vero dominatore della scena, il piatto tipico di Monza per eccellenza: il risotto con la luganega (detto anche risotto alla monzese). È davvero il re della città, servito praticamente in ogni locale. Di ricette di questo particolare risotto ne esistono diverse, ognuna con la sua piccola variante. I due ingredienti principali, però, non cambiano e sono la salsiccia luganega (o luganica) e lo zafferano. Il risultato è un piatto dal sapore nitido ma delicato, che ha sempre molto successo tra i turisti. D’altra parte, la luganega è il simbolo per eccellenza della cucina di Monza, ed è davvero un prodotto tipico molto gustoso. Ciò che la differenzia da una normale salsiccia è sicuramente la forma, più sottile e allungata. A renderla tanto famosa, però, è la sua composizione. Oltre alla carne di maiale, infatti, la luganega contiene un alto quantitativo di formaggio grana ed è insaporita con brodo di carne e marsala. Inoltre, in alcune varianti, vengono utilizzati anche ingredienti aggiuntivi, come il peperoncino, il finocchietto selvatico o l’anice.

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Le specialità della cucina della Brianza: dalla cassoeula alla panmoijaa

L’elenco dei piatti tipici di Monza, però, non finisce certo con il risotto alla luganega. Ci sono molte altre specialità della cucina della Brianza che meritano di essere assaggiate. È il caso della cassoeula, pietanza tipicamente invernale perché molto sostanziosa. La base della ricetta, infatti, è costituita dalla verza e dalle parti meno nobili del maiale, come la cotenna, il muso, le zampe, la testa e le costine. Inoltre, viene solitamente servita con la polenta. Il nome cassoeula deriverebbe dalla pentola larga in cui si mettono a bollire gli ingredienti, mentre le sue origini, che si perdono tra storia e leggenda, sarebbero spagnole.

Il maiale è al centro anche di un altro piatto tipico della tradizione contadina brianzola, cioè la rusticiada. Si tratta di uno stufato di carne suina, insaporito da un soffritto di lardo e cipolle. Anche in questo caso, viene lo stufato generalmente servito insieme alla polenta. Infine, agli appassionati di carne (e derivati), Monza offre altre due possibilità: l’ossobuco e la trippa.

Per chi ama le minestre, invece, risultano imperdibili sia la panmoijaa e il minestrone brianzolo. La prima è un saporita zuppa con lardo e pancetta tritati, nella cui preparazione vengono utilizzati anche cipolla, aglio e prezzemolo. Si consuma accompagnata da un caratteristico pane giallo, fatto con un mix di farina bianca, farina di granoturco e segale. Il minestrone brianzolo, invece, è molto ricco, perché contiene, come ingredienti principali, riso, lardo, verza, fagioli e patate.

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I dolci tipici di Monza

Un articolo che parla di cosa mangiare a Monza, però, non può limitarsi a snocciolare le pietanze salate. Ci sono anche dei dolci tipici che meritano di essere assaggiati da chi si trova a passare in Brianza. In particolare, si tratta della torta paesana e del pane e dei biscotti di San Gerardo. La torta paesana, fin dal nome, è un dolce che racconta molto delle tradizioni monzesi e del suo substrato contadino. Questo dolce, infatti, conosciuto anche come torta del michelasc, ha come ingrediente base il pane raffermo, che viene fatto ammollare nel latte. Questo impasto base viene poi insaporito in vari modi; la variante più diffusa è quella che utilizza il cioccolato, ma si possono aggiungere anche pinoli, frutta candita e uvetta.

Il pane di San Gerardo, invece, prende il nome dal compatrono di Monza, San Gerardo dei Tintori. È un pane dolce fatto con zucchero, miele, frutta, uva sultanina, mandorle e castagne candite. Al contrario, l’impasto dei biscotti omonimi è molto più semplice, perché si tratta di dolci secchi fatti senza uova.

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Guidare in pista per un giorno? A Monza, il sogno diventa realtà

Vivere un’esperienza di guida in pista è il sogno di tutti gli appassionati di motori. Un giro di pista a bordo di una Ferrari, di una Porsche o di una Lamborghini, infatti, significa assaggiare emozioni da vero pilota. Ma è davvero possibile sperimentare la guida in pista di una Supercar? La risposta è sì, grazie all’alleanza tra Puresport e l’Autodromo Nazionale Monza, che ha dato vita alle Driving Experience sul tracciato del Tempio della Velocità.

Dove si può guidare una Ferrari? A Monza. E la stessa risposta vale per una Lamborghini o una Porsche. Un sogno realizzabile grazie alle Driving Experience organizzate dall’Autodromo Nazionale Monza in collaborazione con Puresport, azienda leader nel settore. Esperienze uniche che premettono di sfrecciare all’interno del Tempo della Velocità a bordo di un’automobile di Formula 1, Formula 3 o Gran Turismo. L’obiettivo più ambito da ogni appassionato di motori. Un regalo perfetto da fare a sé stessi, al proprio partner o a un amico.

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Guida in pista di un’auto sportiva, un’esperienza unica (e sicura)

È senza dubbio l’adrenalina l’ingrediente fondamentale di un’esperienza di guida in pista, oltre all’emozione di trovarsi all’interno del Tempio della Velocità. Allo stesso tempo, però, le Driving Experience sono un’attività assolutamente sicura, perché prevedono l’assistenza di personale altamente qualificato, con una lunghissima esperienza.

Per guidare una supercar in pista non servono requisiti particolari. Basta aver compiuto i 18 anni e aver conseguito la patente di guida di tipo B. In pratica, le stesse condizioni a cui bisogna sottostare per mettersi al volante di un’utilitaria in città.

In realtà, però, anche chi non ha questi requisiti può assaporare l’ebbrezza di sfrecciare lungo l’asfalto di Monza, mettendosi comodo al posto del passeggero (ovviamente non nel caso delle monoposto) e lasciando la guida in mano ad un automobilista esperto.

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Guidare in pista una Supercar: le risposte alle domande più frequenti

Visto che la possibilità di guidare in pista, per un giorno, una vera Supercar è un’attività che suscita molta curiosità, qui di seguito sono raccolte le 4 domande più frequenti sul tema, con le relative risposte.

Quanto costa un giro in Ferrari (o altra Supercar) a Monza?

Tutte le informazioni sul costo delle Driving Experience sono disponibili sul sito di Puresport, nella pagina dedicata all’Autodromo Nazionale Monza.

Quanto dura un giro di pista con la Ferrari (o con altra Supercar)?

Dipende dalla bravura del pilota! Ciò che è importante sapere, però, è che una Driving Experience non si esaurisce con un unico giro del circuito.

È possibile regalare un giro di pista?

Certamente. È possibile acquistare un voucher regalo che il destinatario potrà usare per prenotare la propria esperienza al volante di una Supercar.

È possibile guidare in pista senza patente?

Purtroppo, no. Come già detto, la patente è necessaria per poter guidare. Senza, bisogna accontentarsi di sfrecciare come passeggeri.

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Duomo di Monza

Duomo di Monza, breve guida alla scoperta di uno scrigno pieno di tesori

Il Duomo di Monza è il simbolo della città e custodisce bellezze storiche, culturali e artistiche di inestimabile valore. Il Museo e Tesoro del Duomo ne raccontano la storia attraverso una ricca sequenza di reliquie e oggetti preziosi, tra cui spicca la Corona ferrea, custodita nella Cappella di Teodolinda. In questa breve guida, tutto quello che c’è da sapere sul Duomo di Monza e alcune informazioni pratiche per visitarlo.

Il Duomo, collocato nel cuore del centro storico, è senza dubbio in cima alla lista delle cose da vedere a Monza. Al suo interno sono custodite alcune delle più importanti bellezze artistiche che la città brianzola può offrire ai turisti. Il Duomo di Monza, infatti, ospita un ricco Museo e cela un vero Tesoro, il cui pezzo più pregiato è la Corona ferrea, con cui per secoli si incoronarono numerosi sovrani, tra cui anche i Re d’Italia. Inoltre, merita una menzione speciale anche il campanile che orna la Basilica, che rappresenta il punto più alto di tutta Monza. Visitare il Duomo di Monza, quindi, è davvero un’attività necessaria, anche se ci si trova in città solo per un weekend. E per prepararsi alla visita, ci si può affidare a questa breve e pratica guida.

Cosa fare a Monza: 3 consigli per un fine settimana indimenticabile

La storia del Duomo di Monza

Per comprendere l’importanza del Duomo di Monza, è bene cominciare questo “viaggio” alla sua scoperta ripercorrendo le tappe principali della sua storia. E le vicende storiche che riguardano il Duomo, ufficialmente denominato Basilica minore di San Giovanni Battista, iniziano molto prima della sua costruzione. Alla fine del 500 d. C, infatti, dove oggi sorge il celebre edificio religioso, c’era la Basilica fatta edificare dalla regina dei Longobardi Teodolinda, figura centrale nella storia cittadina. Probabilmente, quell’antica Basilica era già consacrata a San Giovanni Battista. Della costruzione originaria, però, non è rimasto praticamente nulla, se non qualche materiale da costruzione e qualche arredo, oggi ospitati nel Museo del Duomo. Infatti, nel 1300, anno del primo Giubileo della cristianità, si decise di stravolgere radicalmente l’edificio, ricostruendolo ex-novo. Si trattò di lavori davvero imponenti, la cui prima fase si concluse quasi mezzo secolo dopo, nel 1346. Ancora per secoli, però, il Duomo di Monza fu oggetto di abbellimenti e arricchimenti, con l’aggiunta di opere d’arte e nuovi elementi architettonici, come l’imponente campanile (la cui costruzione iniziò nel 1592).

L’architettura del Duomo di Monza

E così, pezzo dopo pezzo, nel corso dei secoli, il Duomo di Monza è arrivato ad essere quel gioiello di architettura che oggi costituisce un vanto per la città. Tra l’altro, l’accurato restauro che è stato realizzato nel 2020, ne ha accentuato lo splendore.

La facciata esterna

La facciata esterna del Duomo di Monza, rivolta verso l’omonima piazza, è forse uno degli elementi che maggiormente caratterizza l’edificio, grazie al suo aspetto “bicolore”. È realizzata in stile gotico, sfruttando una sapiente alternanza di marmi bianchi e neri. Al centro della facciata, troneggia un altro tratto distintivo: il rosone di Matteo Campione, firma originaria dell’intera facciata (poi restaurata, a inizio ‘900, da Luca Beltrami). Il rosone è incorniciato da una linea di formelle traforate, con mascheroni, fiori e stelle. Al di sotto del rosone c’è il protiro, su cui svetta la statua di San Giovanni Battista. Altri elementi decorativi sono le bifore e le trifore che si aprono specularmente lungo i due lati e i medaglioni dell’arcata, che contengono i busti della regina Teodolinda e di suo marito Agilulfo.

Gli interni

Altrettanto suggestivi sono gli interni del Duomo di Monza. La struttura è la classica croce latina, composta da tre navate con cappelle laterali. Le navate sono separate da pilastri a sezione ottagonale, decorati all’estremità con capitelli rappresentanti animali, grifi, sirene e centauri. In generale, le decorazioni del Duomo, salvo poche eccezioni, sono tutte riconducibili al periodo barocco, mentre poco si è salvato delle fasi precedenti. Ciò che più colpisce della basilica è l’estrema ricchezza di affreschi, che meritano tutti di essere ammirati.

affreschi duomo monza

Cosa c’è nel Duomo di Monza

Al di là della sua indiscutibile bellezza complessiva, però, il Duomo custodisce alcuni “pezzi pregiati”, veri capolavori di storia, arte e cultura che meritano una menzione a parte. Si tratta, in particolare, degli affreschi della Cappella di Teodolinda e dell’albero della vita, del Museo e del Tesoro, della Corona ferrea e del campanile.

Gli affreschi della Cappella di Teodolinda

Come detto, gli affreschi sono numerosi e bellissimi. Tra tutti, spiccano quelli firmati dagli Zavattari, che adornano la Cappella di Teodolinda, che custodisce la Corona ferrea e le spoglie dell’amata regina dei Longobardi. Si tratta di un ciclo pittorico che risplende per i suoi ori e i suoi colori vivaci. Il racconto che si snoda lungo i vari dipinti è quello della vita di Teodolinda, la cui conversione al cristianesimo fu veicolo per la conseguente conversione del suo popolo.

L’Albero della Vita

Quello raffigurante l’Albero della Vita è un altro degli affreschi di pregio che ornano gli interni del Duomo di Monza. Si trova sul transetto destro ed è opera di Giuseppe Meda e Giuseppe Arcimboldo, che cominciarono a dipingerlo nel 1556.

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza

Il Museo e Tesoro del Duomo di Monza è uno scrigno che custodisce un patrimonio inestimabile di opere d’arte e reliquie. Nel complesso, i beni che compongono questo patrimonio consentono di ricostruire, passo dopo passo, l’intera storia della Basilica, dal 1300 fino al 1900. Tra le altre cose, fanno parte del Tesoro la Croce e la Corona di Teodolinda, la Croce di Agilulfo, il Dittico di Re Davide e San Gregorio e il Reliquiario del dente di San Giovanni Battista. La sede del Museo si trova proprio sotto il Duomo.

La Corona ferrea

La punta di diamante del Tesoro del Duomo di Monza, però, è senza dubbio la Corona ferrea. Si tratta di un reperto prestigioso, perché per secoli è servito ad incoronare moltissimi re. Le origini di questo prezioso oggetto sono sconosciute; secondo le tesi più accreditate, la Corona ferrea sarebbe databile tra il 450 e il 500 d.C. Attualmente, è custodita nell’altare della Cappella di Teodolinda.

corona ferrea monza

Il campanile (o Torre Campanaria)

Il campanile del Duomo di Monza, con i suoi 75 metri di altezza, rappresenta la “punta” della città, un riferimento fondamentale per tutti gli abitanti. Nella struttura originaria non era prevista la presenza della torre campanaria, che fu invece aggiunta all’inizio del 1600, su iniziativa dell’arciprete Camillo Aulario. In cima al campanile sono ospitate ben 8 campane, datate 1741.

Visitare il Duomo di Monza: le informazioni pratiche

Alla luce di quanto detto fino ad ora, una visita al Duomo di Monza è davvero una tappa ineludibile. Ecco, allora, alcune informazioni pratiche per organizzarla al meglio.

Orari di apertura

Il Duomo di Monza è visitabile tutti i giorni (eccetto il lunedì), dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18. La Cappella di Teodolinda, invece, osserva orari leggermente diversi, essendo aperta al pubblico dal martedì al sabato, dalle 9 alle 18, e la domenica, dalle 14 alle 18.

Visite guidate

Le principali attrazioni turistiche del Duomo di Monza possono essere visitate anche con l’ausilio di una guida. Tutte le informazioni sulle visite guidate sono reperibili sul sito del museo

Come raggiungere il Duomo di Monza e dove parcheggiare

Il Duomo si trova in pieno centro storico, all’interno di una zona a traffico limitato. Per raggiungerlo, quindi, è necessario lasciare la propria auto presso uno dei parcheggi a pagamento adiacenti il centro storico. Da lì è possibile proseguire facilmente a piedi.

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Regali per appassionati di auto e motori: 5 idee vincenti

Stai cercando idee regalo per un appassionato di automobili e di motori? Qui di seguito trovi 5 idee sicuramente vincenti e adatte a tutte le esigenze e a tutte le tasche. Dai semplici gadget che possono rendere unica e speciale la macchina di chi riceve il dono all’esperienza unica di un giro di posta a bordo di una vera auto da corsa. Scoprili tutti.

Fare i regali giusti è un’arte che implica una buona conoscenza dei gusti e delle passioni del destinatario. Il dono che lascia a bocca aperta, infatti, è quello che incontra perfettamente le preferenze di chi lo riceve. Non importa quanto costi o quanto sia prestigioso, la cosa che davvero conta è che sia “su misura”. Nel caso di un appassionato di automobili, ad esempio, quali possono essere le idee regalo più apprezzate? Cosa può far brillare davvero gli occhi di chi ama i motori? Le risposte possibili sono almeno cinque e sono soluzioni che si adattano a tutte le esigenze e le occasioni, a prescindere dalla cifra che si vuole spendere. Vediamole subito.

Dei gadget per la macchina, utili e divertenti

Cominciamo dall’idea più semplice ma sempre efficace: i gadget per l’automobile. Chi ama i motori, infatti, adora anche e soprattutto la propria auto. La tiene sempre pulita, la coccola, la equipaggia con tutti i comfort e con gli ultimi ritrovati della tecnologia, la abbellisce e la personalizza con piccole accortezze. Ecco perché i gadget automobilistici rappresentano sempre un’ottima idea regalo. Tra l’altro, il mercato offre tantissime opzioni: dai semplici e tradizionali portachiavi (magari griffati) ai ricevitori bluetooth, dai set per la pulizia degli interni agli assistenti digitali.

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L’abbigliamento firmato

Altro grande classico tra i regali per appassionati di auto è sicuramente l’abbigliamento firmato. La firma ovviamente deve essere quella di una scuderia, di un marchio sportivo che richiama alla memoria il mondo dei motori o di un luogo simbolo del motorsport. Anche in questo caso, le opzioni possibili sono molte e si adattano a tutte le esigenze. Si va dai cappelli sportivi alle raffinate maglie polo, dalle pratiche t-shirt alle felpe e alle giacche. Se poi si allarga lo sguardo, si possono aggiungere a questa categoria di idee regalo anche gli zaini e le borse.

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Un’esperienza in pista, come un vero pilota

Se le idee suggerite finora non risultano convincenti, vuol dire che si sta cercando qualcosa di davvero unico e speciale. E allora è il momento di far scendere in campo doni davvero di primo livello. Se c’è una cosa che ogni appassionato di auto sogna fin da quando era bambino, è avere la possibilità di scendere in pista come un vero pilota. Per fortuna, oggi non è un desiderio impossibile da realizzare. Molti circuiti automobilistici, infatti, offrono la possibilità di adrenaliniche driving experience e di divertenti track days. Così, almeno per qualche ora, si può davvero provare ad essere una superstar della velocità.

Scopri le proposte dell’Autodromo Nazionale Monza: Driving Experience e Track Days

Il biglietto per assistere a una gara prestigiosa

L’alternativa alla discesa in pista è assistere dagli spalti a una vera gara di Formula 1. Lo spettacolo è assicurato, le emozioni anche. Difficile immaginare un regalo più adatto per chi ama i motori e non si perde un Gran Premio, seduto sul proprio divano di casa.

Scopri di più sul Gran Premio d’Italia di Formula 1

Un corso di guida sicura o di guida sportiva

Questa carrellata di idee regalo per appassionati di auto si chiude con un'altra proposta “pratica”, che darà la possibilità al destinatario del regalo di mettere in gioco le proprie capacità di pilota. Si tratta, infatti, dei corsi di guida sicura o di guida sportiva. Un’occasione, per chi ama le auto, per diventare sempre più padrone del volante, imparando a gestire la propria macchina anche in situazioni rischiose o comunque non lineari.

 

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